Wu Wei è un concetto molto importante della filosofia taoista che si può tradurre come “inazione” o “non azione”.
Il suo significato può essere mal interpretato qui in occidente perché può dare la sensazione di non dover far niente davanti alle situazioni.

In realtà è proprio l’esatto opposto.

La non-azione del concetto Wu Wei non è il rimanere impotenti ma è fare un qualcosa in modo naturale, che non richiede sforzo.
In pratica c’è una fusione tra l’attività e il soggetto che la esegue, una immersione così totale in quello che si sta facendo che si diventa l’azione stessa, un abbandonarsi all’esperienza senza un ferreo controllo.
Questa modalità permette di fare le cose con uno sforzo infinitamente minore, pertanto le esperienze di Wu Wei sono molto piacevoli e risultano "liscie".
Facciamo un esempio:
Immagina per un momento di dover affrontare una corsa sportiva. E’ probabile che la tua mente possa creare pensieri tipo:
Arriverò prima degli altri?
Mi farò male?
Cosa posso trovare lungo il percorso?
E molte altre domande …

Preoccupazioni, preconcetti e pregiudizi impediscono di fluire nelle cose e vanno contro il Wu Wei. La conseguenza è che viene sprecata un sacco di energia e probabilmente anche la performance rischia di essere non ottimizzata al meglio.

Il raggiungimento dello stato psico-fisico di Wu Wei si ottiene attraverso una costante e continua pratica consapevole e ad una grande conoscenza delle cose.
Per fare un esempio pratico, nel mondo marziale, prima si impara una tecnica, poi la si ripete per milioni di volte capendone ogni piccolo dettaglio e infine si lascia che il corpo si muova spontaneamente nel giusto momento.

Cercando di concludere, il Wu Wei non è sinonimo di pigrizia o passività, non significa sdraiarsi sulla riva del fiume ma piuttosto nuotare con la corrente. In effetti nei primi testi taoisti è spesso associato all’acqua e al suo fluire: