"ZHAN ZHUANG"
ESERCIZIO DEL PALO ERETTO

esercizio del palo eretto

Indicato con il termine cinese “zhan zhuang”, letteralmente “postura del palo”, è stato citato come pratica utile per sviluppare le capacità di radicamento sul terreno. Questo esercizio richiede di mantenere, restando in piedi e con una pressoché completa immobilità, la stessa posizione per un periodo di tempo variabile: da qualche minuto a più o meno un’ora.
Il corpo deve essere totalmente rilassato (con un allineamento delle sue parti tale da rendere minime le tensioni muscolari necessarie per mantenerne la postura), ben “affondato” e radicato sul terreno.
La mente deve prendere una completa consapevolezza del corpo ed essere concentrata con calma sul suo controllo, liberandosi da ogni altro pensiero.

Questo esercizio è nato molti secoli fa nell’ambito del Qi Gong ed è anche chiamato “meditazione in piedi” o "meditazione dell'albero", è ancora praticato come esercizio per la salute fisica e mentale e per la longevità. Infatti le modifiche che si ottengono con una sua pratica frequente ed intensa tendono a perdurare nel tempo, ed i benefici che ne possiamo trarre sono molteplici:

  • La circolazione del sangue senza impedimenti dovuti a rigidità e tensioni muscolari,
  • Grande vantaggio per la vitalità della mente e del corpo,
  • Il sistema nervoso giova di una mancanza di stress e di disturbi emotivi,
  • Si annullano le infiammazioni ed il dolore dovuti a tensioni muscolari risultanti da una postura impropria,
  • Le gambe si irrobustiscono

La pratica dell’esercizio del palo eretto è apparentemente semplice e può essere scomposta nei seguenti passi:

SCEGLIERE LA POSIZIONE
La posizione di riferimento è quella “dell’albero”, che si ottiene portando in avanti le braccia e disponendole in semicerchio con le palme delle mani rivolte verso il corpo, come se si cercasse di abbracciare con morbidezza un albero o di reggere una sfera grande e leggerissima (vedi immagine in alto). Se all'inizio della pratica la posizione è troppo dura si possono tenere le braccia lungo il corpo, questa viene chiamata posizione del "vuoto supremo".
La testa deve essere eretta e si deve sentirla tirata da una fune verso l’alto. Le spalle debbono essere abbassate, il torace appena incavato, i gomiti leggermente piegati. Le gambe debbono essere piegate come se ci si sedesse su un alto sgabello con il ginocchio che non deve superare la punta del piede. Il risultato è che l’osso sacro è allineato con la spina dorsale che è leggermente estesa conservando però le sue curve naturali.

LIBERARSI DAI PENSIERI
Una volta assunta la postura corretta, liberarsi da altri pensieri e rilassare completamente il corpo.
L’allineamento delle parti del corpo deve essere tale da ridurre al minimo le tensioni muscolari necessarie per controbilanciare la forza di gravità (puoi leggere anche la guida della meditazione vipassana).

palo eretto
palo eretto

PRECISAZIONI E POSSIBILI ERRORI

  • Il corpo deve “affondare” sul terreno.
  • Il peso è distribuito equamente tra i due piedi.
  • Se l’esercizio è praticato non soltanto come esercizio per la salute ma anche come preparazione atletica o marziale la flessione sulle ginocchia può essere considerevolmente accentuata.
  • E' necessario liberarsi dai “pensieri vaganti” utilizzando il corpo come ancora per la mente, trovando così la calma e concentrazione per giungere in modo naturale e cosciente all’autocontrollo del proprio corpo. Nel linguaggio tradizionale delle arti marziali il raggiungere questa consapevolezza è detto “combattere la mente della scimmia”. Se non si riesce ad ottenere in modo spontaneo questo risultato, puoi trovare dei spunti con la pratica della meditazione vipassana (clicca qui)si possono impiegare i metodi messi a nostra disposizione dalle tecniche di meditazione, in particolare quello buddhista di contare i propri respiri.
  • E' importante arrivare alla scomparsa di tutte le tensioni muscolari e rigidità che non sono vengono azzerate dall'assumere la postura corretta dell'esercizio. Occorre dunque utilizzare la mente per rilassare il più possibile e progressivamente tutto il corpo: prima la testa ed il volto, poi il collo le spalle, giù fino alle dita dei piedi.
  • Il tempo in cui mantenere la posizione all’inizio della pratica sarà soltanto di qualche minuto per crescere considerevolmente con l’addestramento fino a giungere a più o meno un’ora. L'importante è la progressione e non esagerare da subito.
  • La postura richiesta induce di per sé una respirazione addominale “naturale”, che deve essere senza interruzioni e senza forzature.
  • Si consiglia di iniziare il processo di consapevolezza del proprio corpo concentrando la propria attenzione sulla parte dell’addome in cui è situato il “dan tien”, e successivamente sulle altre parti del corpo.
  • Quando compaiono problemi fisici come intorpidimento, dolori muscolari, tremori, senso di distacco dalla realtà; l’esercizio deve essere interrotto.


Questo esercizio fa anche parte del training nelle arti marziali da secoli, se pur con una diffusione altalenante nel tempo. La sua pratica può infatti dare un contributo importante non soltanto alla nostra salute, ma anche al raggiungimento di capacità atletiche. La mente acquista capacità di concentrazione e rapidità di risposta, le parti del corpo sono collegate tra loro senza impedimenti dovuti a rigidità articolari e tensioni muscolari, acquistando sensibilità e rapidità estrema ai comandi della mente. Inoltre si impara ad ottenere un equilibrio stabile e si acquisisce vigore e sicurezza in noi stessi.

 Francesco Bozzeda      
Medicina Tradizionale Cinese
Specialista in TūiNá       

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